Udite udite, questa notizia ha davvero dello stravagante e del curioso, e ci piace condividerla con voi. Dal 7 Giugno, infatti, sarà possibile visitare in Svezia un vero e proprio “ Museum of failer”, che, tradotto in italiano, starebbe letteralmente per “ Museo del fallimento”. Di che cosa si tratta nel concreto? Semplice, il nome in realtà dice tutto. Sarebbe un museo vero e proprio che raccoglierebbe tutti quegli oggetti commerciali rivelatisi nei fatti dei flop clamorosi. In pratica quei beni di consumo che, pur prodotti magari da grandi aziende che sono comunque diventate famosissime e prestigiose, non hanno ottenuto il successo sperato, e sono ricordati a tutt’oggi ( a patto che qualcuno davvero li ricordi) come dei totali fallimenti.
Gli oggetti in questione sono numerosi, ma un paio d’esempi possono bastare per dare un’idea delle grandi case produttrici coinvolte. Forse nessuno lo rammenta, ma un marchio celeberrimo come quello della Coca cola promosse negli anni ottanta la “ coke II “, che in realtà era una bevanda molto diversa da quella a cui siamo abituati (e che, lasciatecelo dire, è davvero impareggiabile!). Non ne conosciamo il gusto, e nemmeno come la novità fosse stata all’epoca pubblicizzata, fatto sta che si rivelò un insuccesso assoluto e durò sul mercato pochissimo tempo. Ancor più sorprendente sapere che anche un’azienda già da molti anni sulla cresta dell’onda come la Apple, abbia prodotto un flop commerciale con il suo “ Newton mp”, per poi comunque rifarsi straordinariamente in epoca successiva, come oggi è chiaro a tutti.
C’è una morale in tutto questo? Sapete che noi di Radio Liberamente siamo abituati a trovare il risvolto psicologico in ogni notizia curiosa, anche se apparentemente sembra non esserci. Vediamo. Innanzitutto è piacevole constatare come attualmente la variabile dello “ sbaglio” sia studiata e approfondita su più fronti. Ci è capitato di leggere, ad esempio, come sia stato creato online un cosiddetto “ cimitero delle startup ”, ovvero un sito che raccoglie tutte le startup fallite e, soprattutto, l’ elenco dei motivi che le hanno portate al fallimento.
Questo ci fa comprendere come il vecchio detto della nonna “ si impara dai propri errori” è, almeno teoricamente, valida. Ci sarebbe poi da capire se il motto ha la sua efficacia anche nella vita sentimentale e, più in generale, privata. Ma capiamo che qui si aprirebbe un altro discorso, dalla non facile soluzione, vista l’ opinione di alcuni secondo la quale noi commetteremo sempre gli stessi errori nel corso della nostra vita. Ma, a parte questo, è interessante anche riflettere sul fatto di quanto gli sbagli facciano parte, in generale, di un qualunque percorso di crescita. Non bisogna drammatizzare gli errori più di tanto, ci viene da dire.
Se ha sbagliato la Coca cola, e nonostante questo è rimasta la grande azienda che tutti conosciamo, perché dobbiamo pensare che nostri eventuali flop possono mettere in discussione la validità della nostra carriera o, più in generale, della nostra vita?
Il museo svedese in fondo ci insegna anche questo. Oddio, è vero che forse un eccesso di sbagli difficilmente potrebbe passare inosservato e non procurare delle negative influenze. In quel caso sicuramente la riflessione da fare sul proprio percorso dovrà essere, scontato dirlo, più attenta. Ma non per questo del tutto pessimistica. Ricordiamo sempre che il bambino piccolo, per imparare a camminare, deve cadere tante, tante volte…