Ciao a tutti, cari amici di Radio LiberaMente, e benvenuti all’appuntamento settimanale con la nostra newsletter. Come vi siete svegliati stamattina? Appena aperti gli occhi avete pensato ai tanti impegni stressanti della giornata, oppure il vostro umore è stato subito alle stelle? Considerando che oggi è venerdì, ci sono effettivamente tutti i presupposti affinchè il risveglio si sia presentato lieto e tranquillo, anche se proprio il fatto di essere arrivati (almeno molti di noi) all’ultimo giorno di settimana lavorativa può causare una giustificata stanchezza. E poi, diciamoci la verità, il mondo si divide sostanzialmente in due categorie: quelli che al mattino non si alzerebbero mai dal letto, e che anzi magari rimangono assonnati e di cattivo umore per buona parte della mattinata, e quelle persone che invece partono subito carichi e pieni di energia, non cincischiano dopo il suono della sveglia e sembrano sprizzare ottimismo da tutti i pori. Qualcosa comunque mi dice che quest’ultima categoria sia composta da un numero abbastanza esiguo di persone, ed è proprio per questo motivo che ho trovato molto interessante un articolo letto sul sito dell’Huffington Post, scritto da Ilaria Betti, concernente proprio il malumore che caratterizza molti individui al momento del risveglio, e le indagini scientifiche che su questo stato d’animo sono state realizzate.
Alcuni ricercatori hanno tentato infatti di indagare e spiegare quali siano le dinamiche che agiscono nella nostra mente quando abbiamo l’umore sotto i piedi già prima di scendere dall’amatissimo letto. Si sono anche impegnati a descrivere le conseguenze di questo fastidioso stato d’animo, che potrebbero in un certo senso condizionare la nostra giornata. Ma entriamo più nello specifico. Innanzitutto, importante dato da non sottovalutare assolutamente, secondo quanto riportato nella rivista “The journals of Gerentology: Series B”, anche solo il fatto di prevedere al mattino eventi stressanti, anticipandoli nella nostra mente appena svegli anche se questi poi magari non si verificheranno mai nel concreto, porterebbe ad effetti negativi sulle nostre funzioni cognitive. In particolare, tenderemmo ad avere problemi con la memoria e, più in generale, ad essere meno brillanti. In questo senso, mi viene da dire, sembrano avere ragione i fautori del pensiero positivo, che spesso suggeriscono come il concentrare la mente su idee e riflessioni caratterizzate dalla gioia e da un pervicace ottimismo possano mutare la nostra stessa capacità di vedere migliorata la nostra vita, sviluppando in senso positivo la nostra personalità e facendoci godere più profondamente le bellezze dell’ esistenza. Come il buonumore si espande e condiziona la nostra mente, così pensieri mattutini negativi o stressanti potrebbero alterare la nostra “effervescenza” durante la giornata.
Ma come si è svolta esattamente lo studio citato nell’articolo suddetto? I ricercatori, guidati dalla psicologa cognitiva Jinshil Hyun della Pennsylvania State University, ha raggruppato 240 persone (età fra i 25 e i 65 anni) chiedendo la loro collaborazione per un esperimento durato ben due settimane. I soggetti dovevano sostanzialmente, attraverso il loro smartphone, accedere ad una app e rispondere ad una serie di quesiti che venivano loro posti. Naturalmente, come è facile immaginare, le domande vertevano sul loro grado di stress, segnalato però in diversi momenti della giornata. Più nello specifico, al mattino si chiedeva loro quanto si aspettassero che la giornata appena iniziata fosse stressante, e, successivamente, per ben cinque volte durante il giorno, il compito delle persone coinvolte consisteva nell’indicare il livello di stress, fino a quando, giunta la sera, era chiesto loro di fare una previsione in questo senso per la giornata successiva. Contemporaneamente, loro compito era anche quello di affrontare, ogni giorno, dei veri e propri test di memoria, al fine di trovare una ipotetica correlazione tra i pensieri stressanti mattutini e le capacità mnestiche. Come volevasi dimostrare, infatti, coloro tra i partecipanti che anticipavano maggiormente nella mente lo stress, avevano più problemi con la memoria durante il giorno. E questo, va ribadito, indipendentemente dal fatto che avvenimenti stressanti si verificassero realmente durante la giornata.
L’articolo mi suggerisce, ancora una volta, una riflessione sull’impegno che tutti noi dobbiamo investire nello scegliere accuratamente le idee e i pensieri da inserire nel nostro a volte birichino cervello. Questo non è sempre facile, va detto in modo chiaro e perentorio. Quante volte tentiamo di eliminare dalla nostra mente pensieri ossessivi spesso inutili e invalidanti, o preoccupazioni eccessive che disturbano le nostre giornate già faticose. Purtroppo capita frequentemente che più tentiamo di sbarazzarci di tali prepotenti “intrusi”, e più sembra che questi non se ne vogliano andare, indipendentemente dalla nostra volontà e tenacia nel combatterli. Queste considerazioni vanno oltre la tematica specifica dello studio scientifico di cui vi ho parlato, perchè a volte l’intrusione di cattivi pensieri non solo può originare stress, malumore e difficoltà nelle capacità cognitive, ma addirittura vere e proprie patologie, come il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo da ansia generalizzato e via dicendo. Fortunatamente però, voglio concludere con una nota positiva, oggi le ricerche psicologiche offrono degli aiuti importanti in questo senso, come la terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, o il training autogeno. Tutto ciò per raggiungere una consapevolezza della mente che ci permetta, almeno in parte, di dominarla. E, a proposito dello stress mattutino, mi viene da citare ciò che è suggerito nel libro del Qoelet o Eccesiaste, testo biblico ma il cui messaggio può valere per tutti: c’è un tempo per tutto, per ogni cosa! Se i primi momenti mattutini non sono adatti per pensare agli impegni stressanti della giornata, riempirli in altri modi, focalizzando, se e quando è possibile, la propria attenzione su ciò che di meraviglioso ogni giorno porta comunque con sé, anche solo per il fatto di essere vivi!