Ciao a tutti e ben ritrovati all’appuntamento settimanale con la nostra newsletter! Oggi mi premeva parlarvi dello stress, un sentimento ( e una condizione di vita) che riguarda oggigiorno molte persone, e che sembra incrementare in modo inquietante la sua portata. Innanzitutto desidero esporvi subito una mia opinione al riguardo, ammesso che vi possa realmente interessare: non sopporto le persone perennemente stressate, agitate, che raccontano sempre di avere mille cose da fare ma di non avere il tempo materiale per portarle a termine, costantemente nervose e ansiogene. Non dico di esserne completamente esente, anch’io ogni tanto ” strippo”, coinvolto in situazioni oggettivamente stressanti. Ma queste non devono diventare uno stile di vita, e, soprattutto, non è necessario cercarle volontariamente e addirittura andare in crisi quando se ne avverte la mancanza. Come avrete compreso già da alcune precedenti newsletter che ho scritto, sono assolutamente a favore dei cosiddetti ” tempi morti”, forse gli unici in cui si possa riflettere con estrema tranquillità su di noi e sul nostro vivere quotidiano. Non per forza bisogna diventare degli eremiti o delle suore di clausura ( ammesso che esse non siano stressate), ma circondarsi ogni tanto di silenzio per coltivare uno spirito contemplativo, non può che essere utile, se non addirittuta terapeutico. E poi basta con queste duemila attività da svolgere tutti i giorni con frenesia: molto meglio poche cose, realizzate con calma e serenità. Il multitasking va bene ( in fondo è una virtù) ma senza esagerazioni.
Inoltre, attenzione attenzione, lo stress fa male! Ma non intendo soltanto a livello psicologico, ma anche da un punto di vista prettamente fisico. Almeno così sembra, stando agli importanti risultati di una recente ricerca scientifica, pubblicati su ” Psychological Science” e di cui siamo venuti a conoscenza attraverso il sito Psiconline. Particolarmente interessanti, da questo punto di vista, sono state le affermazioni di Kate Leger, una delle ricercatrici dell’Università della California, la quale ha tenuto a far presente come spesso, quando parliamo di stress, tendiamo a pensare ai grandi eventi negativi che influiscono sulla nostra vita, sottovalutando quei piccoli stress quotidiani che condizionano negativamente sulla salute di ciascuno di noi, a lungo termine. E’ stato proprio anche il quotidiano l’oggetto di studio della ricerca, la quale è arrivata alla conclusione di quanto, permettendo alle risposte negative alle situazioni di stress di continuare anche nella giornata successiva, in realtà diventiamo vittime di maggiori rischi relativamente ai problemi di salute nella nostra vita. O, altro dato da non sottovalutare, a vere e proprie limitazioni fisiche nel tempo. Ai fini della ricerca si è realizzato una sorta di sondaggio su persone adulte negli Stati Uniti, svoltosi durante otto giorni e incentrato sulle emozioni negative percepite dai partecipanti. Questi ultimi hanno riferito, tra l’altro, i vari fattori stressanti vissuti ogni giorno. La ricerca è stata ulteriormente caratterizzata da una parte successiva, nella quale, ben dieci anni dopo, gli stessi soggetti hanno indicato limiti e malattie croniche di cui sono stati portatori, facendo rilevare in questo modo le sicure associazioni fra persistenti emozioni negative prodotte dallo stress e l’insorgenza di determinate patologie e limiti funzionali. Tutto ciò indipendentemente dai fattori di base degli individui, quali sesso, istruzione e stato di salute iniziale.
Dopo questo resoconto, mi sembra sinceramente opportuno rimarcare ancora una volta quanto già accennato anche in passato, ovvero l’importanza che ciascuno di noi dovrebbe attribuire a ciò che risulta veramente essenziale nella sua vita. E’ profondamente inutile, e, come abbiamo visto, anche dannoso, tentare di barcamenarci tra mille attività di cui magari solo una piccola parte ci corrisponde nell’intimo. E’ vero, non sempre ciò risulta concretamente possibile, soprattutto, mi viene da pensare, per le donne di oggi, intente a conciliare gravosi impegni lavorativi con l’accudimento famigliare, le pulizie di casa e via dicendo. Proprio per questo motivo, però, è necessario concentrarsi, nei limiti del possibile, sulle esigenze più profonde della nostra persona e del nostro agire, magari ignorando falsi modelli esteriori e lasciandosi condizionare meno da aspettative sociali che, in definitiva, non ci rappresentano. Provare ad eliminare il superfluo e riordinare con serenità i vari tasselli della propria vita, possono essere già due passi importanti per un processo di maggiore consapevolezza. Ed è oltremodo utile abbandonare uno spitito esageratamente perfezionista: alle volte, voler raggiungere la perfezione ad ogni costo e in ogni cosa può diventare un comportamento ossessivo deleterio per la nostra salute. E, per quei piccoli eventi stressanti che possono capitare indipendentemente dalla nostra volontà ( gomma bucata, ascensore che non va, fila alla posta , traffico, ecc.), trasformare l’effettiva rottura di scatole in un’occasione di nuove opportunità, magari per pensare, contemplare la natura, o, eventualmente, apprezzare l’imprevidibilità della vita.