Visto l’avvicinarsi di Màt, settimana della salute mentale di Modena, ci sembra opportuno parlare della grande importanza che rivestirà per noi la giornata del 26 ottobre, durante la quale si svolgerà, al Vibra, il raduno nazionale delle radio della salute mentale, promosso ovviamente dalla nostra mitica Radio LiberaMente. E’ la prima volta che a Modena si concretizza un’iniziativa del genere, tra l’altro aperta a tutti i cittadini che desiderano parteciparvi. Sarà, almeno ce lo auspichiamo, un pomeriggio di interessante confronto e, perché no, un momento durante il quale si potranno condividere nuove idee e intuizioni. Parteciperanno i rappresentanti di varie radio provenienti da tutta Italia appartenenti al network Larghe Vedute, e il focus principale sarà incentrato sulla possibilità di utilizzare lo strumento radio per raccontare la comunità. Questo perché siamo convinti che, nonostante a volte la radio venga data per spacciata, in realtà abbia ancora tante frecce al suo arco, costituendo una risorsa importante sia per chi vi lavora attivamente, usufruendone come mezzo espressivo, sia per tutti coloro che ne ascoltano i programmi traendone piacere.


Raccontare la comunità è un compito per certi aspetti arduo, soprattutto quando si prova a raccontare le storie di realtà che spesso vivono ai margini e che difficilmente troverebbero spazio in una radio di tipo commerciale.
Ed è complicato sapere esattamente come muoversi, in modo particolare quando si vuole far si che le persone vengano coinvolte in modo più che mai attivo. Ma, nonostante gli inevitabili errori che qualche volta si fanno, risulta poi veramente gratificante riscontrare entusiasmo da parte di chi, per differenti motivi, è lontano dal mondo radio. Quindi il racconto della comunità, con particolare attenzione verso certe realtà sociali, mira non solo, e non per forza, ad una passiva descrizione di esse, ma anzi ad una piena loro partecipazione.
E’ quanto, da qualche mese a questa parte, sta tentando di fare la nostra Radio Liberamente con il progetto Giving Voice. Una scommessa importante e a volte ostica, ma che una radio della salute mentale, dedita quindi più in generale ad una grande attenzione nei confronti della persona e della problematicità insita nel vivere, non poteva non prendere in considerazione. Ma come lavoriamo concretamente per realizzare tutto ciò? Inizialmente abbiamo contattato enti e associazioni della nostra città, spiegando loro il nostro progetto e i suoi scopi, con l’obbiettivo successivo di accordarci su giorni e orari in cui avremmo potuto recarci nei loro spazi con parte della nostra strumentazione.

Ora, per esempio, lavoriamo, in date definite, presso Porta Aperta, un’associazione di prima accoglienza per senza fissa dimora, e anche per La Noce, un centro diurno per gli anziani, e le scuole materne Edison.

Al martedì mattina, invece, vengono da noi al Vibra alcuni ragazzi stranieri accolti dalla cooperativa Caleidos. Naturalmente il nostro approccio varia a seconda di contesti così differenti, e i risultati che ci aspettiamo sono, per forza di cose, diversi. I ragazzi di Caleidos, per esempio, sono in genere pieni di entusiasmo ed energia, soprattutto quando viene data loro la possibilità di confrontarsi concretamente con la nostra strumentazione. Con loro registriamo delle vere e proprie trasmissioni che li vedono protagonisti assoluti, nel senso che essi stessi diventano speaker, scelgono i brani musicali da inserire, in genere brani del loro paese natale,e decidendo autonomamente gli argomenti di cui parlare, sovente si toccano tematiche profonde, come il problema migrazione che tanto preme loro.

A La Noce le cose si fanno già un pochino più complicate, poiché a volte alcune ” nonnine” sono prese dalle loro occupazioni ( leggere o, per esempio, giocare a carte) e tendono a non considerarci più di tanto. In compenso, quelle che partecipano con maggiore entusiasmo sono sempre molto dolci e carine. Noi facciamo ascoltare loro prevalentemente canzoni degli anni cinquanta e sessanta, spesso cercando di commentarle assieme o di far loro raccontare ricordi legati a questi motivi musicali. Beninteso, non è solo un’operazione nostalgia, spesso emergono discorsi sui nipoti e sulla vita attuale, ma è naturale che la musica di quegli anni porti a rivangare il passato.

Particolarmente stimolante è anche l’esperienza con i bambini, ai quali non solo viene proposta della musica, ma si cerca di trasmettere loro anche conoscenze specifiche di un mondo per alcuni aspetti sconosciuto. Ad esempio, anche se a noi può apparire nell’immediato strano, è stato interessante notare come ignorassero l’esistenza delle musicassette, o non avessero ben chiaro cosa fosse un vero e proprio apparecchio radio ( d’altronde hanno 4-5 anni e sono nati in un’epoca dominata dal web e dal digitale). Anche Porta Aperta è stata una bella sfida, soprattutto perché rappresenta in modo esemplare una realtà ai margini di cui pensiamo sia assolutamente necessario dare voce. E cerchiamo di farlo attraverso interviste ai suoi ospiti, brevi dialoghi in cui si parla di musica ma non solo, in un clima sereno e piacevole.

Gli operatori della scuola materna e degli altri enti sono stati ovviamente invitati a partecipare alla giornata di raduno delle radio, per raccontare le loro impressioni e, ci auguriamo, per sottolineare l’importanza di questo progetto.
Sarà interessante confrontarsi con le altre radio della salute mentale, ma anche con esponenti di altre realtà radiofoniche più generaliste, anch’esse invitate alla giornata del 26. In particolare, risulterà particolarmente utile capire le modalità con le quali anche loro raccontano la comunità circostante, arrivando a potenziare le capacità comunicative del magico mezzo radiofonico.