Mal’d estate

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Ciao a tutti e ben ritrovati all’appuntamento settimanale con la nostra newsletter. Uno degli ultimi appuntamenti, tra l’altro, visto che molto presto anche Radio Liberamente si concederà le meritate vacanze. Come praticamente tutte le estati, anche questa è caratterizzata da giornate intensamente calde. Le temperature alte sembrano diventare a volte insopportabili, si fatica ad uscire e a lavorare soprattutto durante certe fasce orarie, ma questo, ripeto, non rappresenta di per sè una grossa novità. Si, è vero, quest’anno, quasi tutti i giorni, assistiamo anche a brevi ma forti precipitazioni che sembrano almeno momentaneamente cambiare la situazione, ma, tutto sommato, l’estate rimane sempre quella: calda, afosa e…stressante! Cosa ho mai detto? Stressante? E perchè mai? Quando si pensa all’estate, in genere, vengono in mente le vacanze al mare e il conseguente divertimento, la parola stress sembrerebbe bandita, la si associa con più facilità al periodo lavorativo, con tutte le sue complicazioni. Ebbene, non sempre tali idee corrispondono alla realtà, o almeno non per tutti.

Esiste infatti il cosiddetto ” Summertime Blues”, una sorta di malessere, più o meno intenso, che colpisce proprio durante i mesi estivi. Anche se ne avevo già sentito parlare, almeno sommariamente, ho potuto approfondire la tematica attraverso un interessante articolo trovato sul sito di Vanity Fair, scritto da Francesca Favotto. L’analisi dell’autrice verte proprio su alcuni studi scientifici in questo senso illuminanti. Ad esempio, uno studio raccontato dal The Sun, realizzato dai ricercatori dell’Università di Poznan e presentato all’American Physological Society di San Diego, dice sostanzialmente che le elevatissime temperature estive aumenterebbero gli ormoni dello stress. E’ stata proprio questa ricerca ad adottare il termine “Summertime Blues”, al fine di indicare proprio quelle sensazioni di tensione e nervosismo conseguenti alla calura di questo periodo. Ma non solo: la tesi è stata infatti in un certo senso confermata anche dal neuroscienziato dell’Università di Cardiff, Dean Burnett, il quale si avvale di dati statistici sul crimine per ravvisare come fatti violenti crescano numericamente proprio durante l’estate. Anche per l’ISTAT, poi, i mesi di maggio, giugno e luglio rappresentano i periodi più “rischiosi” a livello di suicidio.

Cambiamenti fisiologici, in questo senso, sono diversi e significativi. L’aumento del caldo provoca un’accelerazione della frequenza cardiaca, una crescita del livello di testosterone, l’attivazione di altre reazioni metaboliche stimolanti il sistema nervoso simpatico, nonchè un rischio maggiore, naturalmente, di colpi di calore e disidratazione. Questi due fenomeni, in particolare, possono condizionare l’umore e il comportamento, o, nei casi peggiori, addirittura danneggiare il cervello. Queste conclusioni sembrano avvalorare l’ipotesi che quindi non solo l’inverno, con la sua diminuzione di luce, possa influire sensibilmente sulla psicologia dell’uomo, ma anche l’estate rovente provochi conseguenze non proprio simpatiche, almeno per alcuni. Brent Solvason, professore di psichiatria e scienze comportamentali, parla di SAD ( disturbo affettivo stagionale) primaverile ed estiva, e di come essa sia complicata da diagnosticare e trattare.
Aldilà delle importanti considerazioni dei vari psichiatri e ricercatori, incentrati principalmente sui cambiamenti fisici e sulle loro ripercussioni a livello psichico, mi premeva riflettere con voi anche in merito ai mutamenti nello stile di vita, che interessano le persone al sopraggiungere del periodo estivo. Proprio le tanto agognate vacanze, soprattutto quando esse si protraggono per molto tempo ( mi riferisco in particolare ai tre mesi concessi agli studenti di elementari, medie e superiori), possono, secondo il mio parere, destabilizzare e creare qualche problema. Si, lo so, sembra un discorso assurdo, ma vi garantisco, per esperienza personale, che un cambiamento radicale di vita, quale può essere quello, seppur momentaneo, della lunga vacanza, non apporta necessariamente felicità e soddisfazione. Il non sentirsi realmente impegnati in qualcosa, non programmare più particolari obiettivi da raggiungere, distaccarsi dal mondo di cui per tanti mesi si è fatta esperienza, può essere, paradossalmente, molto impegnativo. Se a tutto ciò si aggiunge il caldo intenso, le difficoltà, giocoforza, si fanno più complicate. Anche perchè, sempre secondo il mio parere, il caldo tende a peggiorare ossessioni e paranoie, il cervello sembra in generale ragionare meno bene, quasi ad intorpidirsi esso stesso e a diminuire, di fatto, la capacità di riflessione che invece, in questo periodo caratterizzato da un maggiore tempo a disposizione, dovrebbe essere rafforzata e stimolata. Ripeto, mi riferisco principalmente a periodi di vacanza molto lunghi, anche se il rischio, in persone particolarmente sensibili ed emotive, penso possa ugualmente esistere. Inutile rivelarvi che l’estate non è tra le mie stagioni preferite ( lo avrete già compreso autonomamente), ma comunque colgo l’occasione per augurarvi buone vacanze, magari non troppo pigre ma anzi all’insegna di stimoli diversi che possano ravvivare queste giornate così torride. Propongo ad ogni modo il nobel a chi ha inventato i condizionatori!