Siamo da sempre ossessionati dal tempo. Ci scorre tra le dita senza quasi che ce ne accorgiamo e questo ci spinge a cercare continuamente nuovi modi per ottimizzare le ore che abbiamo al meglio. Penserete che questo sia pensiero e preoccupazione figlii di tempi moderni…ed invece no. Seneca ne scriveva secoli or sono, le casalinghe ad ogni innovazione tecnologica che potesse accelerare le loro mansioni si ritrovavano a rincorrere nuovi e sempre più elevati standard di pulizie ed i primi guru aziendali in termini di produttività nascono addirittura nel 1890. Dapprima la loro attenzione ed il loro lavoro sono rivolti alla classe operaia, poi si spostano sui cosiddetti colletti bianchi. Col passare degli anni avremo liste da compilare sul lavoro dal punto più urgente fino a quello meno per schematizzare le nostre menti (la classica to do list):
-la ricerca de “la mente come acqua” tipica delle arti marziali, ma qui applicata per la scomposizione e risoluzione dei problemi;
-l‘inbox zero,ovvero come non essere distratti e procrastinare nella casella mail durante l’orario di lavoro ;
-svariate app tra le quali uno che cancella ciò che avete scritto se non digitate nulla per troppo tempo.
E qui mi vengono in mente tutte quelle meravigliose canzoni accantonate per lungo tempo e poi riprese in mano dopo un momento di folgorante ispirazione. Pensate se ad esempio Tom Yorke dei Radiohead avesse scritto con “Flowstate” “Fake plastic tree”…non avrebbe mai potuta portarla a termine in lacrime dopo aver visto un concerto di Jeff Buckley ad Highbury.
E le canzoni che parlano del blocco dello scrittore come “Nowhere boy”dei Beatles di che parlerebbero? E con “strategie oblique”, carte create da Brian Eno riportanti criptici aforismi volti ad aiutarci ad uscire dall’impasse creativo giocheremmo a uno?
Ma torniamo a noi, all’inbox zero ed al suo creatore. Quando Merlin Mann tiene il suo discorso nell’estate del 2007 nella sede di Google,nel cuore della Silicon Valley, centinaia di dipendenti pendono dalle sue labbra. Il problema di cui parla è piuttosto comune: il continuo controllare la casella della nostra posta elettronica ci distrae da ciò su cui stiamo lavorando, ci fa prestare attenzione a scadenze di cui ci eravamo dimenticati e ci induce inevitabilmente a procrastinare controllando le ultime offerte di Amazon o gli ultimi error fare pubblicati. La soluzione proposta da Mann è molto semplice: ogni mattina giunti alla nostra scrivania, come prima cosa dovremmo rispondere ad ogni mail presente nella nostra posta ed archiviarle fino ad arrivare alla tanto agognata casella vuota. E fu subito boom. Il breve tempo nerds di tutto il mondo e non solo di si appassionarono a questa filosofia di pensiero al pari della dieta Dukan o delle Adidas Stan Smith da quando sono recentemente tornate di moda. La febbre da Inbox Zero saliva e l’attesa dell’annunciato libro di Mann sulla tematica era palpabile.
Gli anni passano però, la data di pubblicazione non viene rispettata, ed invece di un manuale sulla produttività sulla sua pagina facebook, troviamo le parole di un uomo disperato costretto a scrivere di priorità per compiacere il suo editore, perdendo di vista le sue vere priorità e tante mattinate da passare in compagnia della sua bambina di tre anni. “Sono fuori dal circuito della produttività” dichiara Mann ” Se cerchi di ottimizzare il tuo tempo solamente per incastrare ancora cose ed altre cose nella tua giornata, cosa ti rimarrà?”
Più siamo veloci a rispondere alle nostre mail più probabilmente ne riceveremo, anche se gli smarthphone ci consentono di inviare una risposta anche a mezzanotte crediamo si possa attendere il mattino successivo, la “mente come acqua” ce la regalano solo lo sport, la meditazione e le cose che ci fanno stare bene e soprattutto.. la creatività è un’attitudine mentale che ha bisogno di tempo.