il nostro Santo Patrono San Geminiano

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Modena come Parigi…Ci potete credere?

 

 

Ebbene si, pare che la capitale francese sia stata la seconda città in Europa ad essere risparmiata da Attila e dalla sue orde di barbari per intercessione di un Santo mentre l’Impero Romano cadeva a pezzi. Il celeberrimo barbaro (che poi tanto barbaro non lo era più dal momento che era cresciuto a Ravenna, ostaggio degli imperatori di occidente e parlava perfettamente latino) prima di trovarsi sulla strada per Mutina (nome che portava all’epoca la nostra Modena) aveva già devastato Aquileia, saccheggiato Padova e Bergamo e terrorizzato molte altre città.

Che cavolo era Aquileia? Pare che prima del passaggio di Attila fosse la quarta città italiana più grande e bella (e qui tutti assieme abbiamo colto che il soprannome “flagello di Dio” fosse piuttosto azzeccato)!

Ahhhhhh povero Attila … Così fiero, così potente…Ma se lo immaginerà che oggigiorno il suo nome viene utilizzato per ribattezzare le depressioni meteorologiche?

Ma torniamo a Mutina ed al suo canuto protettore; la leggenda narra che San Geminiano fermò i barbari facendo scendere una nebbia fitta come quella che a volte abita le nostre menti …

I nostri ascoltatori lontani non la conoscono ma noi abitanti della pianura padana sappiamo bene cos’è un cumulo di nebbia, una massa grigia che cala sulle nostre città e province trasformandole creando un’atmosfera ovattata quasi spettrale

Ci sono stati anche i Massimo Volume che nel 2013, ispirandosi al romanzo di John Maxwell Coetzee, hanno pubblicato un album dal titolo “Aspettando i barbari”. Noi li abbiamo intervistati chiedendo ad Emidio dell’importanza delle parole nei suoi testi e nei suoi romanzi e del suo personale rapporto con la malattia mentale qualche annetto fa.

Vi lasciamo col suo personale concetto di Barbari: “Possono essere paure, ansie, fantasmi da combattere. Ma anche cambiamenti. In questo caso il barbaro/nemico che avanza non è altro che il futuro che bussa alla porta perché è già presente. Ci si mette in trincea, si serrano le imposte, ma c’è poco da fare, e ci si trucca allo specchio, come spose, in onore dei barbari. Non c’è resa, non c’è nessuna bandiera bianca. C’è invece una fortissima presa di coscienza ponderata fino all’ultimo ricordo, di cui ci si libera senza più rimpianti o nostalgie. La ritirata quindi non è sconfitta, ma un punto di arrivo”.

 

Per voi e solo per voi un proverbio modenese San Zemian al g’ha la neva in man ….