Anche le graffette hanno un’anima

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Come ormai avrete capito, RadioLiberamente si occupa sovente di arte contemporanea. A questo proposito, tra l’altro, ci teniamo a ricordarvi, l’appuntamento del venerdì con la nostra rubrica “Le stelle dell’arte”, che ogni settimana approfondisce vite e opere di famosi artisti contemporanei. C’è da dire che sull’arte contemporanea spesso aleggia una sorta di pregiudizio o indifferenza: molti infatti la ritengono vuota, senza senso e a tratti addirittura fastidiosa. In realtà qui il discorso da fare sarebbe molto serio e lungo, nel senso che, con l’arte a noi più attuale, si è varcata la soglia della piacevolezza estetica. Non che tutte le opere del Novecento e di oggi non abbiano qualità estetiche, anzi. Spesso, però, la loro concettualità stimola altre sensazioni e riflessioni.

Una delle caratteristiche degli artisti contemporanei è quella di utilizzare i materiali più svariati e le tecniche meno ortodosse. Se prima del Novecento l’artista era perlopiù colui che dipingeva o scolpiva, dallo scorso secolo, e soprattutto dalla sua seconda metà, gli strumenti e i materiali usati sono davvero innumerevoli. Ciò rende il mondo dell’arte ancora più accativante e stimolante. Spesso gli artisti utilizzano il proprio corpo come medium (body art), apportano modifiche su grandi ambienti naturali mutandone la forma estetica (land art), oppure fanno ricorso alla fotografia e ai video. E questi sono solo alcuni degli espedienti utilizzati per esprimersi al meglio. Molto interessanti sono anche i contenuti dell’arte povera, a volte cosi minimale ma non per questo meno efficace. Perchè anche qui sta l’incomprensione che spesso vige sull’arte attuale: il fatto che sia realizzata con poco, anzi di frequente con pochissimo. Ma se quel poco, aggiungiamo noi, induce a pensare e a volte addirittura ad emozionarsi, perchè denigrarlo? Perchè non considerarlo arte?

E se è vero che qualche volta l’opera d’arte è espressione di sentimenti inconsci e, in un certo senso, esprime la psicologia di chi l’ha prodotta, può anche capitare che le opere siano paradigmatiche di certi stati emotivi e psicologici generali. Ci spieghiamo meglio. Abbiamo scoperto che esiste un’artista, Eisen Bernardo, il quale realizza opere con delle semplici graffette. Si, si, proprio quelle graffette metalliche che utilizziamo per tenere insieme fogli di carta. I cultori dell’arte classica inorridiranno: niente marmi raffinati, niente olio su tela, siamo ridotti proprio alla frutta! E invece, come vi abbiamo in parte spiegato prima, anche questi prodotti artistici meritano interesse. Infatti all’estrema povertà del materiale, si associa qui una forte concettualità.

Ogni sua composizione rappresenta uno specifica forma di disagio psichico. Ce n’è davvero per tutti: depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post-traumatico da stress e via dicendo. Le creazioni sono semplici ed eleganti, osservandole è bello scoprire le affinità tra il modo in cui le graffette vengono posizionate e il tipo di disturbo mentale che rappresentano. Al di là della valutazione artistica in sè, riteniamo che vedere oggettivate le proprie paranoie e malesseri psicologici possa contribuire a migliorare l’effettivo stato d’animo delle persone sofferenti. Queste opere aiutano sicuramente a prendere distacco e a valutare in modo più obbiettivo ossessioni, fobie e tutto ciò che può nocere ad un completo benessere mentale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ proprio entusiasmante quando l’arte incontra la psicologia, ma in fondo, come raccontavamo prima, l’arte è molto spesso psicologia. Come non ricordare il letto sfatto di Tracey Emin, di cui abbiamo parlato in una precedente newsletter. Tra l’altro questo venerdì nella nostra rubrica artistica parleremo di una personalità che con l’inconscio e vari motivi freudiani ci andava a nozze: il mitico Salvador Dalì, grande tra i grandi, unico e incommensurabile. Un eccentrico fantasista che oggettivava in una pittura tecnicamente ineccepibile dimensioni interiori, potenti e affascinanti. Ma, come insegna Eisen Bernardo, non c’è bisogno di essere grandi pittori per esprimere tutto questo. L’arte contemporanea ti dà questa grande libertà di scegliere i mezzi e i modi più opportuni per rappresentare l’interiorità dell’uomo.